Arrampicata - 24.02.2011 - Valcanale - Cima Valmora

L'altro giorno con Yuri Parimbelli e Maurizio Panseri, ho salito una bella linea di ghiaccio sulla parete della Valmora. Ci siamo divertiti un sacco e si vi va di perdere 5 minuti leggete il racconto del Mauri. cioa Spira

 

“Siam tre piccoli porcellin siamo tre fratellin mai nessun ci dividerà trallallerolà” canticchiando allegramente scendono in doppia su comode abalakov, pregustando già la bella sciata in polvere che li attende. Da anni porcellino Ennio teneva d’occhio dalla sua casetta di mattoni il farsi e disfarsi delle colate di ghiaccio sulle balze della becca di Valmora. In tempi antichi aveva pure provato a salire ciò che poi è diventato Occhio Malefico, ma la prima parte era praticamente su roccia e aveva dovuto desistere e poi, zac! Morandi & C l’hanno salita prima di lui. Porcellino Mau, dopo la nevicata parte dalla sua casetta di paglia, sale, fotografa e batte traccia. È giunto il momento, invece che fare centinaia di km ed andare a salire con la frontale, per evitare la ressa, cascate forate e massacrate dai molteplici passaggi, i porcellini decidono di lasciare le loro casette per godersi un pò di solitudine ravanando sugli spalti di Valmora. Sentono anche il terzo porcellino ed il lupo a cui mostrano le immagini con le ipotetiche linee di salita. Giunge il giorno x e all’appello si presenta solo porcellino Yuri, che abbandona la capannuccia di assi lasciando il lupo a lavorare, peccato! Si sarebbe divertito. Porcellino Mau ha eseguito bene i compiti e la traccia è bella battuta sino sotto il primo risalto, dove spera di fare almeno un tiro da primo. Povero illuso! I due fratellini partono slegati e pure lui e il suo inseparabile amico coniglio sale questo canalino di rocce, ghiaccio, erba e pietre, ostentando sicurezza. Inizia la prima ravanata verso sinistra e sono alla base della prima colata. Il porcellino guida cazzia subito i fratellini riprendendoli su tutto: sul materiale, su come lo usano, su come fanno i nodi e tante altre amenità. I fratellini si stanno pentendo di averlo portato è anche il più piccolo e rompe le palle, però fanno finta di ascoltarlo e gli danno soddisfazione, per poi parlottargli alle spalle. Che bastardi! Al porcellino che fa i pile brillano gli occhi e parte sul primo salto, parla con le picche, discute con il ghiaccio, sparisce con metà corpo in un buco e lo si sente parlare. Avrà trovato forse una porcellina? No, sapranno poi che parlava con una fettuccia da strozzare attorno ad una colonna di ghiaccio. I fratellini salgono e non trovano nessuno nella nicchia, chissà con chi parlava, ormai è una certezza il fratello maggiore nella sua casetta di mattoni si è bruciato qualche neurone facendo uso di sostanze strane. Lo raggiungono in sosta e lo trovano con lo sguardo beato che si fuma una sigaretta fatta a mano e preferiscono non indagare oltre. Riparte ed affronta le due balze successive, che ambiente! Lo raggiungono ma lui è mogio ed in silenzio, strano è successo qualcosa. Disperato ci mostra la base del larici a cui siamo assicurati e ci fa notare il cordone che lo strozza. I giovani fratellini cercano di rincuorarlo e gli spiegano che il larice non soffre se viene strozzato da un cordone, riesce ancora a respirare e per di più adesso stà dormendo. Ma lui scuote la testa. Boh!

Valli a capire i fratelli maggiori. Ripartono per una nuova ravanata verso sinistra sino alla base del salto successivo. Porcellino Mau ha già individuato la sua linea e ha già il nome “rabbit couloir”, ma gli altri scuotono la testa e gli indicano delle bave, l’idea di salire anche da secondo lo inquieta. Porcellino Yuri parte baldanzoso e sale senza difficoltà apparente, croste di ghiaccio lasciano posto alla roccia marcia.

Con le picche disgaggia, neve, ghiaccio e roccia volano di sotto, piazza due chiodi e due frend, incastra una becca, traziona sul manico, chiusura da paura, si sporge dallo strapiombo oltre le due frange e punta una becca sul ghiaccio, riposiziona i piedi e punta anche l’altra picca su ghiaccio. In breve è oltre è sulla colata di ghiaccio. I porcellini in sosta commentano che il fratellino minore sarà anche un rompiballe ma si tiene da paura e ha una gran zucca e si ripromettono di ascoltare di più i suoi insegnamenti.

Parte porcellino Mau che si spaventa subito ed inizia a trazionare le coppie per non venire sputato nel vuoto e si chiede a cosa servano le picche su quella roccia marcia. Non diteglielo ma si narra che abbia implorato porcellino Yuri di parancarle con forza e che la corda fosse così tesa che con un’archetto avresti potuto suonarla. Anche se le cronache ufficiali parlino di eleganti Yaniro e corda lasca con le picche che accarezzavano le frange, in realtà appena batte sul ghiaccio riesce pure a dare una puntatina a quella frangetta gelata. Mentre va in sosta anche porcellino Ennio sale con eleganza e grazia e supera il “mauvais pas”. In sosta i tre rimpiangono l’assenza dell’amico lupo e l’idea del “rabbit couloir” rispunta, ma viene bocciata ancor prima di essere formulata una fantastica colonna verticale si erge sopra le loro teste e il porcellino guida è già su che da sfoggio di tecnica ed eleganza, quella vera però.

Morale della favola, che nome avranno dato alla via?